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La storia del peperone di Voghera, tra passato e presente

Il peperone di Voghera è da salvaguardare e valorizzare per le sue peculiarità e per il suo forte legame con il territorio pavese.

Abbiamo contattato il sig. Teresio Nardi di PePe.Vo e ci ha raccontato qualche curiosità sul Peperone di Voghera. PePe.Vo è un’associazione, nata del 2008, e costituita da quattro produttori e alcuni simpatizzanti; è presieduta da Andrea Olezza (Produttore di Corana) e si pone come obiettivo la conservazione della varietà e la valorizzazione.

Caratteristiche del peperone di Voghera

La forma è cubica (altezza, larghezza e profondità pressoché uguali: 8-12 cm), con varianti più allungate e tondeggianti, e costolatura a 4 coste (ammissibili 3, non 5), delle quali una può essere un po’ più alta e ad uncino. Di colore verde molto chiaro prima del viraggio e giallo o giallo-aranciato in fase avanzata di maturazione. La polpa è sottile e poco acquosa, consistente, resistente al trasporto e alla conservazione, in particolare sottaceto.

Il sapore è molto dolce, gradevole e fine, con il gusto tipico di peperone poco pronunciato.

La storia

Il peperone di Voghera ha avuto un’importante diffusione nell’area di produzione dal 1920 al 1950. Il mercato non era solo italiano ma anche europeo e statunitense.

Agli inizi degli anni ’50 una malattia ne ha compromesso la produzione commerciale e solo nel 2006 si è aperta una fase di selezione della semente ritrovata. Si è iniziato nuovamente a produrre piccole quantità di peperone, ma i pochi spazi di mercato ne rallentano la diffusione.

Dopo quattro anni di ricerca sperimentale voluta da un gruppo di produttori, commercianti simpatizzanti e condotta da un pool di ricercatori scientifici espressi dall’ITA Gallini di Voghera, dall’Istituto di Patologia Vegetale dell’Università di Milano e dal CRA (Centro Ricerca Agraria) di Montanaso Lombardo (LO), per il secondo anno è stato possibile commercializzare una discreta quantità di prodotto. Le caratteristiche sono quelle dello storico prodotto: una digeribilità inimitabile, la fragranza che si mantiene, se conservato, anche per lunghi periodi.

Ricette

E’ ottimo mangiato crudo, in insalata, in peperonata, nella trippa, come mostarda o confettura, nel risotto alla vogherese e nella pasta.
Tagliato a pezzetti si conserva benissimo nel freezer.

Durante l’ultima Sagra del Peperone di Voghera, l’abbiamo mangiato anche nel gelato e in versione bavarese.

Anche Slow Food si è interessato della coltura ed ha inserito il Peperone di Voghera in uno dei suoi progetti di salvaguardia della biodiversità (Arca del Gusto), in attesa di inserirlo nel progetto Presìdi.  La Condotta Slow Food locale divulga la bontà del prodotto e la sua importanza per il territorio; in tutte le osterie Slow Food dell’Oltrepò è presente questo prodotto stagionale, così come in alcuni ristoranti.

Salsa peverata, ottima per accompagnare il bollito di carne