L’Oltrepò Pavese è noto ai più per le sue colline e i suoi eccellenti vini, ma sotto la terra fertile di questa regione si nasconde un altro tesoro: il tartufo.
Un fungo ipogeo, misterioso e incredibilmente aromatico, che aggiunge un inestimabile valore enogastronomico al territorio.
Soprattutto in autunno, i tartufai si avventurano nei boschi, non più armati solo di vanghetto, ma accompagnati da fedeli compagni a quattro zampe, alla ricerca di quello che viene non a caso definito il “diamante nero” — anche se qui in Oltrepò non manca la varietà più pregiata, quella bianca.
A vigilare e a promuovere questa tradizione c’è l’associazione A.r.t.o.p (Associazione Ricercatori Tartufi Oltrepo Pavese).
Questa organizzazione raggruppa circa 200 tartufai pavesi che non solo esercitano l’attività di ricerca, ma si dedicano con passione alla conoscenza e alla divulgazione dei tartufi locali attraverso fiere e mostre dedicate.
Dino Invernizzi, presidente di A.r.t.o.p, ci offre uno sguardo privilegiato su questo mondo affascinante, fatto di tradizione e regole precise.
“Una volta alla ricerca dei tartufi si andava col maiale – ci racconta Dino Invernizzi – oggi è obbligatorio andare coi cani che aiutano i tartufai nella ricerca: sono molto comuni quelli di razza lagotto.”
Questa normativa assicura che il terreno non venga danneggiato e che la raccolta sia il più sostenibile possibile.
Quanto costa il Tartufo dell’Oltrepò?
Nella zona dell’Oltrepò Pavese si trovano entrambe le varietà più celebri e ricercate: il tartufo bianco (Tuber magnatum Pico) e il tartufo nero (Tuber melanosporum).
Il prezzo del tartufo è strettamente legato all’annata e alle condizioni climatiche, che ne influenzano la quantità e la qualità.
Tuttavia, il presidente Invernizzi ci fornisce una stima:
- Tartufo Bianco: la valutazione è circa 210 – 350 euro all’etto
- Tartufo Nero: la valutazione è circa 35 – 60 euro all’etto
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