Percorrendo Via Boezio, una laterale del centro storico di Pavia, si incontra la basilica di San Gervasio e Protasio, ritenuta da molti la più vetusta chiesa della città.
La tradizione narra che San Gervasio e Protasio fu fondata nel IV secolo da San Siro, considerato il primo vescovo di Pavia.
Dell’originaria basilica paleocristiana purtroppo si conservano scarsi resti, limitati ad alcune murature del campanile; della successiva fase romanica, invece, oltre alla struttura elevata del campanile, sono ancora visibili porzioni di muratura ornate da archetti pensili lungo i fianchi dell’edificio.
Tra il 1712 e il 1718 la chiesa fu oggetto di una radicale ricostruzione che ne cambiò l’orientamento originario. La nuova facciata fu rivolta a est, comportando la demolizione della precedente facciata romanica per far spazio all’attuale abside.
Alzando lo sguardo verso il campanile, non si può fare a meno di notare una scultura in legno, ferro e ghisa che si affaccia da una piccola finestra.
L’opera, un busto di San Siro, è stata donata alla chiesa e alla comunità nel 2021 dallo scultore di San Zenone Vittorio Francalanza.
Interamente realizzato con materiali riciclati, il Santo è raffigurato nel gesto di offrire pane e pesci, simboleggiando un legame tra passato e presente.
Testimone silenzioso di secoli di storia e fede, la basilica di San Gervasio e Protasio continua a custodire preziose tracce del passato, arricchite da gesti di devozione contemporanea.