Situato a Romagnese, tra le vette dell’Appennino Ligure, nel cuore dell’Oltrepò Pavese, il Giardino Botanico di Pietra Corva non è solo uno scrigno di biodiversità, ma anche un luogo intriso di storia e passione.
La sua esistenza affonda le radici in un’intuizione lungimirante e in un amore profondo per la montagna e il mondo vegetale.
La storia del Giardino Botanico di Pietra Corva prende forma negli anni Sessanta grazie alla visione pionieristica di Antonio Ridella, veterinario e naturalista, che trasformò la sua passione per la flora alpina in un progetto ambizioso: raccogliere e custodire specie botaniche rare con la finalità di conservare e adattare piante d’alta quota che egli stesso andava scoprendo attraverso escursioni botaniche su Alpi ed Appennini, ma anche Pirenei, Carpazi, Caucaso, Himalaya e Ande.
Il Giardino Botanico di Pietra Corva si presenta come un microcosmo di biodiversità montana, modellato per riprodurre habitat di alta quota provenienti da ogni parte del mondo.
Le piante vengono presentate secondo la provenienza geografica e le caratteristiche ecologiche e ambientali di crescita, in una serie di settori tematici, ognuno dedicato a specifici ecosistemi montani.
All’ingresso, si viene accolti da un tappeto di rododendri.
Nel Settore A dominano le fioriture precoci come bucaneve, anemoni e sassifraghe.
Lo stagno del Settore B è invece il regno di ninfee bianche e orchidee palustri, mentre nel Settore C trovano dimora piante delle Alpi del Gran Sasso e delle Dolomiti, tra cui spicca la rara Gentiana ligustica.
Le sorprese continuano nelle torbiere del Settore F, dove prosperano specie tipiche degli ambienti umidi come la viola palustre e la straordinaria Sarracenia purpurea, pianta carnivora americana che cattura gli insetti in coppe colme d’acqua.
Altri settori, come l’L e i più elevati O e P, ospitano esemplari provenienti dai Pirenei, dalle Ande e dal Nord America, fino a giungere alla suggestiva stella alpina dell’Appennino, che resiste tra rocce e ghiaioni.
Piante rare e curiosità botaniche
Tra le rarità, la Fritillaria montana, detta anche meleagride minore, un fiore discreto e affascinante, diventato simbolo stesso del giardino.
Tra le altre curiosità botaniche, due esemplari spettacolari: Araucaria araucana, conifera nota anche come “pino del Cile” e Nothofagus pumilio, un faggio australe che racconta, con le sue foglie caduche, le storie dei boschi dell’emisfero sud.
Dalla stessa regione arriva anche l’Adiantum chilense, una felce elegante e delicata, che ben si adatta ai microclimi umidi ricreati nel giardino.
Chiudono l’elenco due orchidee spontanee europee, rare e affascinanti: la Dactylorhiza maculata subsp. fuchsii, conosciuta come orchidea di Fuchs, e la Platanthera chlorantha, o platantera verdastra, entrambe testimoni di una biodiversità ancora viva nei pascoli e nei boschi del continente.
QUANDO SI PUO’ VISITARE
Il giardino è aperto al pubblico domenica 11 e 25 e 31 maggio e 1° giugno il pomeriggio, in corrispondenza con gli eventi.
Da giugno, sarà aperto sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 18, mentre durante la settimana apre per visite di gruppi organizzati.
BIGLIETTI
L’ingresso al Giardino Botanico è soggetto al pagamento di un biglietto di ingresso, con le seguenti modalità:
– bambini e ragazzi sino ai 18 anni e adulti oltre i 65 anni ingresso gratuito
– residenti nel territorio della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese ingresso gratuito
– adulti dai 18 ai 64 anni Euro 3,00
Inoltre la prima domenica di ogni mese di apertura l’ingresso sarà gratuito per tutti i visitatori.
I laboratori sono gratuiti e possono essere prenotati sul sito di Ad Maiora.