Tutti ricordiamo lo sdegno di Pavia, appena due mesi fa, per il terribile caso di maltrattamento di quattro cagnolini sfruttati per l’elemosina da un mendicante senza scrupoli.
Purtroppo non resta un evento isolato, ma in tutta la Regione Lombardia il fenomeno dell’accattonaggio con animali è in crescita esponenziale e difficile per questo poterlo controllare, perché gestito da un vero e proprio racket.
Un’organizzazione criminale che specula su esseri indifesi facendoli arrivare dall’est stipati in camion, distribuendoli tra mendicanti ai quali vengono assegnate postazioni strategiche, solitamente nelle vie più lussuose delle città.
L’animale dunque, quasi sempre, non è il compagno di vita del mendicante, passa di mano in mano e viene costretto per ore, anche sotto il sole o la pioggia, sedato e spesso picchiato, a restare immobile per elemosinare, incutendo così la pietà nei passanti che danno soldi con la speranza che vengano usati anche e soprattutto per le cure dell’animale, il più delle volte visibilmente sofferente.
Purtroppo però, questi animali non ricevono profilassi veterinaria mettendo tutto il territorio a rischio zoonosi, la maggioranza ha libretti fittizi, vengono sfruttati al solo scopo di lucro e non possono difendersi.
La Task Force Animalista, Associazione per la tutela legislativa di animali e ambiente, sostiene che molti cani vengono anche rubati ai reali proprietari, tanto che il chip
Pavia si mobilita per contrastare una piaga crudele e spesso invisibile: il racket che sfrutta gli animali per l’accattonaggio.
Presso la segreteria dell’Associazione Gregorini, situata al secondo piano di Palazzo Mezzabarba, e presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) del Comune di Pavia, è attiva una postazione per la raccolta firme a sostegno di una proposta di legge popolare regionale.
L’obiettivo è chiaro: inasprire le normative lombarde per contrastare efficacemente questo odioso fenomeno.
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