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Superstizioni e leggende universitarie, la guida non ufficiale per laurearsi a Pavia

L’Università di Pavia si erge come uno degli Atenei più antichi e prestigiosi d’Italia e d’Europa, forte di una tradizione secolare nell’eccellenza della ricerca e dell’insegnamento.

Fin dalla sua fondazione, l’istituzione si è affermata come centro nevralgico per discipline scientifiche e umanistiche, brillando in campi come la medicina, la matematica e la fisica.

Questo prestigio è testimoniato dai suoi allievi più illustri, tra cui spiccano tre Premi Nobel: il celebre istologo Camillo Golgi, il chimico Giulio Natta e il fisico Carlo Rubbia.

Oggi, l’Università di Pavia è molto più di uno scrigno di storia e arte: è un luogo vivo e dinamico dove tradizione e innovazione si fondono, plasmando la classe dirigente di domani.

Nonostante il suo rigore accademico, l’ambiente universitario è intriso di una ricca cultura popolare: come in ogni Ateneo, anche qui gli studenti mantengono vivi affascinanti rituali e piccole superstizioni che scandiscono e accompagnano il loro percorso accademico.

Cosa non deve ‘assolutamente’ fare uno studente universitario di Pavia se vuole laurearsi:

  • Guardare la statua di Minerva negli occhi, si dice porti sfortuna;
  • Attraversare i cortili dell’Università in diagonale, si rischia di non passare gli esami;
  • Visitare la Certosa di Pavia prima della Laurea per non rischiare di ritardarla.

Ovviamente con i gesti scaramantici non si va da nessuna parte, ma possono essere un modo divertente per affrontare lo stress degli esami e condividere un’esperienza comune.

Quindi.. attenzione!