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Quatarob Pavia incontra Mino Milani, vero orgoglio pavese

Vi raccontiamo l’incontro tra Quatarob Pavia e Mino Milani.

(18 febbraio 2019) Varcato il portone della bella casa d’epoca di fronte alla chiesa di San Pietro in Ciel d’oro, saliamo le scale sino al secondo piano dove lo scrittore pavese ci accoglie con un bel sorriso: ‘Benvenuti ragazzi!’.

Inizia così il nostro incontro con Mino Milani che ci fa accomodare nel suo studio biblioteca, non prima di averci offerto un buon aperitivo. Non c’è parte dello studio che sia priva di libri se non le due finestre che guardano la bella chiesa da cui sentiamo il rintocco delle campane.

Mentre il cane Argo osserva il suo padrone, Mino incuriosito vuole conoscere Quatarob Pavia.
Gli raccontiamo la nostra passione di parlare del territorio cercando di rendere un po’ più orgogliosi i pavesi di vivere in questa città.

Inizia una lunga chiacchierata che abbiamo voluto riassumere così:

Mino Milani e l’Oltrepo

“Ho un casetta in Valle Versa che ho fatto costruire ‘grazie’ al cowboy Tommy River che è stato il protagonista di miei otto romanzi. L’Oltrepo era sino a 150 anni fa una zona di boschi, ricca di piantagioni di frutta. Poi è venuto il vino che ha cambiato la faccia di tutto l’Oltrepo, in meglio. I vigneti regalano scorci bellissimi e io ho piccola vigna dalla quale ricavo circa 350 bottiglie.”

Mino Milani e l’orgoglio pavese

“L’orgoglio pavese si è perso ma ci sono tante cose belle per cui essere orgogliosi. Le cose belle rimangono. Pavia, ad esempio, durante la guerra è stata una città esemplare, compatta ed unita. Era una città chiusa su se stessa ma capace di fare grandi cose come ad esempio la Statua del Regisole, costruita da un grandissimo scultore, Francesco Messina (lo stesso autore della Minerva n.d.r). Oggi è già tanto se queste bellezze architettoniche si conservano ancora”

Il duro colpo a Pavia

”Pavia è stata colpita a morte alla fine degli anni ’50 e fino all’altro ieri. Non c’era zona che non avesse giardini, la speculazione edilizia li ha cancellati, come anche alcune vecchie case. La Pavia che ho conosciuto da ragazzo era una città che viveva dell’industria come la Necchi, con migliaia di operai. ”

Il Ticino di Mino Milani

“Pavia è nata dal Ticino e per il Ticino. Un tempo il fiume era l’unica via. Ero un grandissimo ‘ticinista’, pensate che mio padre mi regalò un barcè quando avevo 15 anni: si chiamava ‘il piccolo Per’. Allora il fiume era fatto in modo che, se tu avevi sete, potevi bere. E poi quando volevi ‘ubriacarti’, andavi a riva e scavavi con la mani fino alla sabbia da dove usciva una bolla d’acqua fresca e ne bevevi quanto volevi. Cose perdute per sempre….”

La pavesità

“La pavesità è un termine inappropriato. Un ex sindaco di Pavia, fu il primo a tirarlo fuori una quarantina di anni fa. Voleva indicare il carattere in negativo. E’ una parola che depreco”.

Camminando per Pavia

“La Pavia medievale. Una delle zone che amo di più di Pavia è quella che va dal Municipo giù per via Luigi Porta verso il Lungo Ticino. E’ una delle zone della città più conservate, dove è bello camminare. San Primo, Corso Garibaldi e Via Alboino, consiglio ad un turista di non perdersela”

Ci salutiamo con la promessa di rivederci e con i complimenti di Mino Milani per Quatarob Pavia: “Siete bravi, mi piace questa idea di rinnovare Pavia e di darle ciò che merita”.

Usciamo col sorriso.

(Foto di Marcella Milani)

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