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La leggenda delle acque del Ticino e la maledizione di fine luglio

Non tutti conoscono la leggenda delle “vittime del Ticino” che mette in guardia sulla pericolosità  delle acque del fiume, soprattutto con l’avvicinarsi del 22 luglio: giorno di Santa Maddalena.

Tutti gli abitanti del Borgo a Pavia conoscono questo detto popolare: “Santa Maddalena tri negà cun le sia mena, quindi sti atent a fa al bagn al 22 ad Lui…..sa mai…’

Stefano Schinelli, presidente dell’associazione ‘MeiStòInBurgh, ci ha raccontato questa storia poco nota ai più. La leggenda risalirebbe addirittura ai tempi in cui i druidi celtici vivevano nelle nostre zone.

Per uno strano patto voluto tra il maestro Druido e il dio del Fiume, ogni anno, il Ticino avrebbe voluto un sacrificio umano. Se questo non fosse stato compiuto dagli umani, ci avrebbe pensato il fiume stesso a prendersi le vite a lui promesse.

Ebbene, fin che la religione pagana lo permise, ogni anno le popolazioni, sacrificavano alcune persone al fiume, che in cambio non distruggeva i loro villaggi. Terminata l’epoca in cui venivano riconosciute queste credenze del tutto assurde, il fiume, come  promesso, si prese da solo le anime da lui richieste.

Inutile dire che si tratta di una leggenda, purtroppo però, la cronaca dei giorni nostri, ci racconta come ogni anno persone incaute perdano la vita facendo il bagno nel Ticino per cercarvi refrigerio nei caldi pomeriggi estivi.

Bisogna ricordare che il fiume ‘azzurro’ non è una normale piscina: le correnti, l’acqua fredda e i temibili mulinelli possono esser letali. Alcune persone, anche esperti nuotatori, hanno rischiato più volte di annegare.

Quindi, è inutile dire che il Ticino vuole a sé anime, ma sono le persone che in barba alla sicurezza mettono a rischio la loro vita.